I giudici hanno affermato che la mancata comunicazione da parte del medico dell’esito del tampone ne giustifica il licenziamento, in quanto rappresenta un’omissione in grado di cagionare un gravissimo pericolo ai pazienti. In altri termini, il fatto che il medico continui a frequentare la struttura sanitaria e a mantenere contatti con colleghi e pazienti oltre le ventiquattro ore dal momento in cui il suo referto era disponibile, determina l’evidente esposizione al rischio di contagio di una serie indeterminata di soggetti, anche potenzialmente sensibili.
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