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VENEZIA 2: intervista ad Amedeo Bianco e Nicola D’Autilia

L’Italia ha la segreteria permanente GIPEF ed ha attualmente quella della COMEM.
L’Ufficio Stampa ha intervistato il presidente FNOMCeO, Amedeo Bianco, sugli indirizzi da dare alle prossime assemblee di Venezia.


Presidente, l’Italia vuole, a Venezia, dare un forte accento al confronto sulla formazione nei vari paesi europei e del Mediterraneo. Qual è, al riguardo, lo stato dell’arte?


In Europa esiste una complessa normativa relativamente alla libera circolazione dei professionisti sanitari, che ha le sue basi proprio nella comparazione e nel mutuo riconoscimento dei percorsi di formazione. È, quindi, evidente quanto l’armonizzazione dei diversi iter formativi sia determinante.


In che modo il nostro Paese sarà interessato dalla libera circolazione dei sanitari?


Fermo restando che la libera circolazione in Europa è un punto di non ritorno, alcune considerazioni vanno fatte.
Da tempo andiamo sollecitando le istituzioni sanitarie e quelle formative sulla necessità di governare il fenomeno demografico tutto italiano secondo il quale è in corso un trend negativo del rapporto tra nuovi iscritti e medici in età pensionabile. Sarebbe paradossale negare ai nostri giovani l’accesso ai corsi di laurea, per dover poi correggere errori di programmazione ricorrendo alla circolazione dei professionisti europei. 


E in che modo i sistemi formativi vanno aggiornati in base a queste nuove esigenze?


I sistemi di formazione devono essere fortemente orientati a garantire livelli standardizzati delle performance dei  medici e gli elementi di criticità comuni devono diventare materia di studio, al fine di correggerli. Sono necessari standard per la formazione di base e la formazione continua, al fine di promuovere la qualità professionale. Occorrono nuove e diverse modalità di insegnamento, considerando non solo il sapere, ma anche il saper fare e il saper essere. In definitiva, ciò che auspichiamo è un’integrazione forte tra sistemi professionali e formativi, che garantisca elevati livelli di qualità e sicurezza delle prestazioni.


A Venezia, quindi, il fil rouge sarà la qualità delle cure?


Sì, in tutti i suoi aspetti: oltre alla formazione e alla valutazione professionale, quale strumenti di garanzia per l’efficienza delle prestazioni sanitarie, affronteremo il tema della libera circolazione dei servizi della salute, il problema dell’orario di lavoro e la questione della sicurezza del paziente.



 

Autore: Redazione FNOMCeO

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