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Cura e familiarità, il regalo più grande per chi soffre: i medici di famiglia da Papa Francesco. Anche la FNOMCeO all’udienza per la campagna globale “Thank You Doctor”

Il Codice di deontologia medica e la spilla con il logo che è il distintivo dei Presidenti d’Ordine: sono gli omaggi che, questa mattina in occasione dell’Udienza privata riservata ai promotori della campagna globale “Thank you doctor”, il Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, ha consegnato a Papa Francesco.

Più di 300 i medici di famiglia che, provenienti da diversi Paesi, hanno partecipato all’Udienza, che è stata uno dei punti più alti ed emozionanti del summit dedicato alla campagna in corso a Roma.

Campagna che è stata fortemente voluta dalla Pontificia Accademia per la Vita e dal suo presidente, Monsignor Vincenzo Paglia, e dall’organizzazione Somos Community Care, presieduta dal Dr. Ramón Tallaj, medico di famiglia. Obiettivo: valorizzare e riscoprire questa figura, fondamentale per tutti i sistemi di cura, e dirle “grazie”.

“Un grazie che oggi, a nostra volta, rivolgiamo a Papa Francesco – afferma il Presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli – per averci accolto e per averci riservato parole così belle e sentite, oltre alla sua benedizione e preghiera”.

Cura e familiarità: sono queste le peculiarità del medico di famiglia sulle quali si è voluto focalizzare il Pontefice, definendole “due doni di grande valore per chi soffre”.

“Il medico di famiglia – ha affermato – è una figura fondamentale, che combina competenza e prossimità. Vorrei sottolineare brevemente due aspetti di questa missione, presi in maniera precisa dal significato di medico di famiglia: l’essere un medico e l’essere di famiglia”.

“Per prima cosa – ha proseguito – il medico, cioè colui che eroga le cure. La scienza oggi ha fatto passi da gigante, permettendoci di accedere a terapie che erano inimmaginabili solo pochi decenni fa. Eppure la medicina, anche la più avanzata tecnologicamente, è sempre, per prima cosa e soprattutto, un incontro umano, caratterizzato dal prendersi cura, dalla vicinanza e dall’ascolto. Quando siamo malati, cerchiamo il dottore, non solo come professionista competente ma come presenza amica sulla quale contare, che infonde fiducia nella guarigione e che, anche quando questa non è possibile, non ci lascia soli, ma continua a guardarci negli occhi e ad assisterci, sino alla fine”.

“San Luca – ha ricordato – che San Paolo definisce “il caro medico”, un vostro collega, così descrive l’azione di Gesù verso i malati: li avvicinava, entrava nelle loro case, li ascoltava, li accoglieva nella loro sofferenza e li guariva. Il medico di famiglia è allo stesso modo presente e prossimo, offrendo calore così come cura professionale, perché conosce i suoi pazienti e i loro cari personalmente e cammina insieme a loro, giorno dopo giorno, anche a costo di sacrifici personali”.

“Questo ci porta – ha aggiunto Papa Francesco – alla seconda ragione per cui il ruolo del medico di famiglia è prezioso: essere un membro della famiglia. Questa dimensione di comunità della cura, che richiede di contestualizzare ogni paziente all’interno delle sue relazioni e dei suoi legami affettivi e sociali. La presenza del dottore di famiglia, infatti, aiuta a creare una rete di affetto, condivisione e solidarietà accanto alla persona malata, andando oltre la fase della diagnosi e della terapia. Questo rafforza le relazioni umane e trasforma la sofferenza in un momento di comunione da sperimentare insieme, con benefici non solo per i pazienti ma anche per i caregiver, i membri della famiglia e la comunità allargata”.

Papa Francesco è voluto andare oltre il testo ufficiale, ricordando con commozione alcune esperienze con il medico della sua famiglia. Si è poi seduto tra i medici, pregando e cantando insieme a loro.

“Oggi è una giornata straordinaria – ha commentato il presidente della FNOMCeO Filippo Anelli dopo l’incontro – e la testimonianza di Papa Francesco che ha ricordato il medico che entrava nella sua famiglia, consolava i bambini influenzati, toccava la pancia della mamma incinta del quarto figlio mostra quella familiarità, quella misericordia, quell’atto d’amore nei confronti dell’altro che caratterizza il medico di famiglia”.

Amore ricambiato dai cittadini, che in tutti i sondaggi mostrano una fiducia e un gradimento altissimi, intorno all’80% e superiore a ogni altra figura professionale o istituzionale, nei confronti del medico di medicina generale. Medico che, ha ricordato Anelli, è l’alternativa vera alle disuguaglianze di salute, essendo presente in tutte le parti del paese ed essendo scelto direttamente dal cittadino.

A partecipare all’udienza in rappresentanza della FNOMCeO, oltre al Presidente Anelli, il Vicepresidente Giovanni Leoni, il Segretario Roberto Monaco, il Direttore Pierluigi Vecchio. Insieme a loro, gli esponenti della Previdenza, il Presidente dell’Enpam Alberto Oliveti, e dei Sindacati medici: il Segretario della FIMMG, la Federazione dei medici di famiglia, Silvestro Scotti, il Segretario di Anaao – Assomed Pierino Di Silverio e il Presidente della Federazione Cimo- Fesmed, Guido Quici.

Qui il testo del discorso e alcune foto:
https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2024/may/documents/20240525-somos-community-care.html

Ufficio Stampa FNOMCeO
informazione@fnomceo.it
25 maggio 2024

Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO

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