Cina e Yemen: scelte politiche sulla procreazione agli opposti

Report n. 60/2010    

CINA E YEMEN: SCELTE POLITICHE SULLA PROCREAZIONE AGLI OPPOSTI

In Cina sono state sterilizzate quasi 10.000 persone che non hanno rispettato la politica del figlio unico. È accaduto nel sud, nella provincia di Guangdong. A rivelarlo è il quotidiano in lingua inglese Global Times. La campagna è cominciata il 7 aprile nella città- contea di Puning, dove vivono 2,2 milioni di persone, durerà venti giorni e finora ha interessato 9.559 cittadini considerati tra i “maggiori evasori” delle disposizioni governative in materia di pianificazione familiare.

L’inchiesta racconta di 1.377 persone arrestate a Puning perché non si sono sottoposte all’intervento di chirurgia per la sterilizzazione. Secondo la testata, la pressione delle autorità di Pechino è talmente forte che se le coppie si rifiutano vengono detenuti i loro familiari. Il reportage parla anche di medici obbligati a lavorare quasi ventiquattro ore al giorno senza sosta: quello del villaggio di Daba, si legge, è stato costretto a un turno cominciato alle 8 del mattino e finito alle 4, all’alba del giorno dopo. L’iniziativa nella contea di Puning vuole essere da esempio per l’intera provincia di Guangdong, uno dei motori trainanti dell’economia cinese: nel 2009 ha segnato una crescita economica del 9,5 per cento, la più alta in assoluto della Cina. Ma il problema è la sua popolazione, che conta più di 110 milioni di abitanti. Il territorio di Guangdong ospita due metropoli come Guangzhou (Canton) e Shenzhen, rispettivamente terza e quarta città del paese dopo Pechino e Shanghai. Il resto della regione però è agricolo e in campagna le autorità consentono alle coppie di avere un secondo figlio, se il primo è una femmina. Ma molti infrangono la legge.

La Cina, il paese più popolato del mondo con oltre 1,3 miliardi di abitanti, tenta in ogni modo di fare pressione sulle coppie: negando il certificato di residenza e l’assistenza scolastica e sanitaria ai figli “illegali”, non dando alle famiglie i permessi burocratici per costruire una casa o avviare un’attività. Tutto questo non sembra sufficiente e Pechino è passata alla sterilizzazione forzata. La “politica del figlio unico”, cominciata negli anni Settanta, si è rivelata uno dei più clamorosi auto-gol della Cina. Il paese, oggi, si ritrova con un divario incolmabile tra maschi e femmine, che è persino peggiorato nel 2009: soltanto 100 donne ogni 119 uomini. E non è il solo dato negativo. Secondo i dati dell’Istituto centrale di statistica di Pechino, l’anno scorso si sono verificate 16,15 milioni di nascite, con un tasso di crescita del 12,13 per cento. L’incremento è stato del 5,05 per cento e la popolazione è arrivata a quota 1,334 miliardi di persone, con un aumento di 6,72 milioni rispetto al 2008. Di questo passo la Cina potrebbe avere nel 2025, tra soli quindici anni, 1,4 miliardi di abitanti.

Tutto ciò si mette in netta contrapposizione con quanto accade nello Yemen in cui i matrimoni, e di conseguenza le nascite, sono “incrementati”, vista la legge vigente che fissa in 15 anni l’età minima per sposarsi. Il Ministero degli Affari Sociali stima che un quarto delle donne si unisca in matrimonio prima dei 15 anni (disattendendo la legge); alcune prima ancora della pubertà.

Nel febbraio 2009 è stato approvato un progetto di legge che portava l’età a 17 anni per le donne e a 18 per gli uomini. Ma l’iniziativa, sostenuta attivamente dalle organizzazioni femminili yemenite per i diritti dell’uomo, ha provocato la mobilitazione dei conservatori e degli islamici. Questi ultimi hanno seguito un’interpretazione del Corano, in base alla quale è proibito stabilire un’età minima per sposarsi. E’ stato così ottenuto che il progetto venga riesaminato dal parlamento ed è stata bloccata la programmazione.

Tenendo conto del peso molto relativo dello stato dello Yemen, la fissazione di un nuovo limite d’età non basterebbe a sradicare il fenomeno dei matrimoni precoci. Si tratterebbe comunque di un segnale importante. Le ragazzine spose sfuggono al sistema educativo, e per questo il Paese ha un tasso di analfabetismo del 65%. D’altro canto, lo Yemen continua ad avere un tasso di fecondità molto elevato, con sei figli per donna.

Roma 15/06/2010

Autore: Redazione FNOMCeO

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