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Il futuro dell’intera Professione è nel futuro dei giovani medici

6637, pari al 17% dei neolaureati in Medicina: è il “piccolo esercito” di giovani medici che rimangono fuori dalle Scuole di Specializzazione e dal Corso di Formazione in Medicina Generale, sospesi in una specie di limbo che preclude l’accesso al mondo del lavoro. La Specializzazione, infatti – oppure l’attestato del Corso in Medicina Generale – è requisito necessario per accedere all’ottanta per cento dei posti di lavoro.

È questo uno dei dati allarmanti che emergono dagli studi e dalle proiezioni che saranno presentate in anteprima al Convegno “Formazione e accesso al Lavoro: innovare per garantire il futuro della Professione medica”, che si terrà a Bari il 13 e 14 giugno prossimi, e che vedrà la partecipazione di 400 giovani medici provenienti da tutta Italia, di 35 delegazioni delle Federazioni europee dei medici, dei 106 Presidenti che compongono il Consiglio Nazionale della FNOMCeO, del Comitato Centrale, di rappresentanti della Politica e delle Istituzioni, per un totale di 1400 invitati.

“Tutti concordiamo sul fatto – afferma il presidente della FNOMCeO, Amedeo Bianco – che un corso di studi così lungo e così impegnativo per le famiglie e per lo Stato debba sfociare subito nell’ingresso al mondo del lavoro”.

“Oggi, invece – continua – ci troviamo di fronte a un paradosso: da un lato abbiamo la spinta ad aumentare il numero di accessi al corso di laurea, dall’altro abbiamo i laureati italiani che prendono la strada dell’estero, oltre a un piccolo esercito di medici disoccupati o paraoccupati”.

Con perdite per lo Stato anche in termini economici: formare un laureato in medicina costa infatti allo Stato circa 150mila euro, per l’intero iter di undici anni.

“Se un euro sprecato nella Pubblica Amministrazione è una cosa immorale, un euro sprecato in Sanità può avere conseguenze devastanti, e questo non lo possiamo permettere”, dichiara il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che, non potendo essere presente a Bari, ha rilasciato, sull’argomento dei giovani medici che tanto le è caro, una lunga intervista: potete leggerla qui.

“La politica non deve più entrare nelle questioni tecniche, sanitarie e scientifiche – continua il Ministro -.In Sanità ancor più che in altri ambiti è imprescindibile che vada avanti chi merita, perché c’è di mezzo la Salute e la Vita delle persone”.

“I cambiamenti in Sanità – conclude – assai spesso partono proprio dalla parte migliore e più innovativa della Medicina, capace di intercettare i bisogni dei cittadini e di fornire risposte adeguate. È per questo che da sempre ripeto che non esiste Sanità di domani senza Professione medica”.

“Un altro versante da affrontare è quello della programmazione“, spiega Filippo Anelli, presidente dell’Ordine di Bari.

“Nei prossimi quindici anni, saranno 167.782 i medici che andranno in pensione, corrispondenti al quarantasette per cento del totale. Rimane, causa l’incremento di accessi degli ultimi anni, un surplus di 6.450 medici che non si collocheranno e che impongono di rivedere i criteri con i quali viene definita la programmazione”.

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Autore: Redazione FNOMCeO

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