“La FNOMCeO condivide l’impianto dello Schema di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e ne sottolinea la consistenza giuridico – normativa di fonte primaria. Sottolinea come la corretta, equa, omogenea applicazione della futura norma dipenda strettamente dalla capacità del Paese di trovare unità di intenti nella stretta relazione tra Stato e Regioni.
Questo Schema di Decreto rappresenta un esercizio importante di democrazia e un indicatore delle capacità del Paese di rispondere ai bisogni di Salute della Popolazione.
Bisogna infine ricordare che senza i professionisti del Servizio Sanitario Nazionale non sarebbe possibile erogare i LEA e in questa simbiosi tra professionisti e LEA risiede la garanzia del diritto fondamentale alla salute, previsto dall’articolo 32 della Costituzione”.
Con queste parole la Fnomceo,ricevuta – nelle persone del Presidente, Roberta Chersevani, e del Vicepresidente, Maurizio Scassola, in Audizione davanti alla XII Commissione Igiene e Sanità del Senato, ha commentato l’Atto del Governo n° 358, “Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante la definizione e l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza”.
“Questo provvedimento – si legge nel Testo consegnato in Commissione, che alleghiamo integralmente – atteso dal 2001, è di particolare rilevanza ed è anche il risultato dell’accordo raggiunto con la categoria dei medici rappresentata dalla FNOMCeO e dalle organizzazioni sindacali coinvolte. Diviene fonte primaria per l’applicazione uniforme ed equa di prestazioni essenziali, su tutto il territorio nazionale; supera la parcellizzazione degli interventi assistenziali a livello delle singole Regioni, imponendo standard minimi. Aggiorna e individua diversi modelli organizzativi di ambito ospedaliero e di ambito residenziale. Amplia il numero delle malattie rare. Amplia il numero delle malattie croniche. Pone il tema della vaccinazione come vera questione di interesse nazionale”.
“Contestualmente all’approvazione – annota la Federazione – è prevista l’abrogazione del D.M. appropriatezza del 2015, che aveva creato allarme e perplessità non solo nella classe medica, ma soprattutto tra i malati e tra coloro che sono bisognosi di prestazioni diagnostiche. Il decreto infatti interviene sollecitando la appropriatezza clinica in modo proattivo, responsabilizzando i medici e limitando la applicazione di rigidi criteri di prescrizione ed erogabilità”.
In conclusione, alcune istanze: ”La FNOMCeO auspica che si possa procedere, al fine di garantire l’attuazione dei livelli essenziali di assistenza, ad una deroga al blocco del turnover, da applicare anche nelle regioni soggette a piano di rientro. La FNOMCeO chiede, pertanto, un aumento del finanziamento del SSN adeguato e coerente con le sue finalità istitutive e una sua equa ripartizione in Sanità e che questo avvenga attraverso una rivalutazione dei parametri di attribuzione del fondo sanitario. Vanno tenuti in considerazione fattori socio-economici come la povertà, la scarsa consapevolezza culturale o le condizioni ambientali, eliminando le disuguaglianze. E ciò in coerenza con l’articolo 3 della Costituzione Italiana, secondo cui è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano l’eguaglianza dei cittadini”.
Ascoltata in Audizione sui nuovi Lea anche la Commissione Albo Odontoiatridella Fnomceo.
Anche la Commissione Albo Odontoiatri della Fnomceo, ha presentato un documento molto articolato predisposto dal Presidente Cao Nazionale G.Renzo e dal Prof. Giuseppe Lo Giudice esperto della materia.
La Cao ha rivendicato una maggior attenzione verso le cure odontoiatriche, ad oggi di fatto “escluse o sottovalutate” dallo schema dei nuovi Lea, forse per le difficoltà nel sostenere i relativi oneri economici, dovuti per la maggior parte ai costi incomprimibili delle attrezzature, dei materiali e degli ausili protesici. Due, a parere della Cao, le possibili soluzioni, come si legge nel Testo depositato, che anch’esso alleghiamo in versione integrale.
“La prima, più complessa, è quella di reperire risorse aggiuntive, considerando che la salute del cavo orale non è un elemento secondario nella salute di una persona e che trascurare le cure e la prevenzione è particolarmente pericoloso per il ritardo che si determina nell’intercettare gravissime patologie quali i tumori del cavo orale che nell’ultimo periodo hanno mostrato un trend in aumento.
La via maestra però è quella dell’incentivazione della cultura della prevenzione che, anche in campo odontoiatrico, si rivela fondamentale per migliorare la salute orale della popolazione e consente di evitare interventi complessi in patologie ormai conclamate, con ovvi benefici anche di natura economica.
Riteniamo quindi, da un lato, che sia ormai necessaria una revisione profonda delle modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie odontoiatriche previste nei LEA e, dall’altro, rivendichiamo la capacità della nostra professione di promuovere in modo concreto e sul campo la cultura della prevenzione. In questo ambito, infatti, gli Odontoiatri italiani, con il coordinamento della Commissione Albo Odontoiatri della FNOMCeO si sono già concretamente impegnati, come dimostrano i risultati di cui siamo orgogliosi, in due progetti di prevenzione autofinanziati e condotti a livello nazionale su base volontaria che hanno visto l’organizzazione di una rete assistenziale e di un programma nazionale di prevenzione dei tumori del cavo orale e delle osteonecrosi delle ossa mascellari associate a farmaci”.
Autore: Redazione FNOMCeO