Report: gli anziani e la farmacia

Report. n 58/2010    

GLI ANZIANI E LA FARMACIA

La farmacia al centro della quotidianità degli anziani, già punto di riferimento strategico per la loro salute, a cui viene espressamente richiesto un ampliamento ulteriore del ruolo di presidio pubblico, vicino ed accessibile, del Servizio sanitario sul territorio.

E’ questa una delle principali indicazioni che emerge dall’indagine sul rapporto tra anziani e farmacia, realizzata da Federfarma ed Assofarm su incarico ed in collaborazione con il Ministero della Salute, che ha consentito di fare il punto sulle caratteristiche di questo rapporto, sui suoi punti di forza e di debolezza, e di tracciare un quadro delle aspettative nei confronti della farmacia espresse da una fascia di popolazione (65 – 80 anni) che rappresenta una delle quote più significative di fruitori dei servizi sanitari.

Per gli anziani la farmacia è un luogo familiare, con cui si instaura più spesso un rapporto fidelizzato, che si frequenta assiduamente e in cui si va volentieri anche per il rapporto confidenziale che si tende ad instaurare con il farmacista.

Alla domanda:

  • quanto spesso Lei và in farmacia solitamente ? 

Il 39,8% ha risposto una volta al mese, seguito da un 32,6% che dice di andarci una volta a settimana.

Se è vero che emerge un giudizio generalizzato di competenza, professionalità e fiducia nei confronti del farmacista e, più in generale, della farmacia, ciò che viene ribadito come elemento fondante del rapporto con questo professionista e della qualità del servizio reso è il valore aggiunto della comunicazione interpersonale fondata sulla consuetudine e la conoscenza diretta. “Il farmacista mi conosce, conosce i miei problemi di salute e anche la mia situazione familiare” hanno riferito gli anziani, al Nord ed al Sud, nelle piccole città come nelle grandi, ed è su questo rapporto di fiducia, più volte ribadito anche nel tempo, quasi una costante in tutte le indagini sulla domanda di salute degli ultimi trenta anni, che gli anziani fondano le aspettative ulteriori di sviluppo del ruolo e della funzione della farmacia sul territorio.

Un’altra interessante indicazione sul gradimento degli anziani, emerge dalla seconda domanda:

  • Che farmacia vorresti?

Senza dubbio le aspettative con punte del 41% vanno verso un luogo polifunzionale che sia un riferimento nel trovare personale fidato per chi ha bisogno di iniezioni, di un infermiere a domicilio ecc…, ma anche un pronto soccorso per piccole ferite, scottature e  medicazioni. Non ultimo la possibilità della consegna dei farmaci a domicilio (anche a pagamento). Seguono con percentuali minori il desiderio che siano parte attiva con familiari e badanti nell’assistenza domiciliare integrata nella somministrazione dei farmaci.

Il farmacista viene ritenuto un professionista in grado di rappresentare un’alternativa utile nella gestione dei piccoli disturbi, un valido supporto esperto all’automedicazione ed una fonte accreditata di informazione sulla salute.
Non è un caso che al Sud si registri una frequenza più assidua della farmacia in qualche misura collegabile anche ad un più difficile accesso agli altri servizi sanitari; infatti le opinioni sulla presenza di servizi sul territorio segnalano tra i rispondenti del Mezzogiorno quote sistematicamente più ridotte di chi ritiene la dotazione di servizi soddisfacente.

Analizzando l’ultima domanda dell’indagine:

  • come percepisce il rapporto tra il farmacista e il medico?

Una larga parte degli anziani vedono il farmacista come un “esecutore” rispetto alle decisioni del medico, ma anche una valida alternativa nel caso di disturbi non gravi.

In fondo tutte le richieste di innovazione della farmacia si fondano su quegli stessi elementi che già sostanziano il gradimento attuale degli utenti, cioè sulla capacità di informazione fondata sulla comunicazione interpersonale e sulla disponibilità continuata e diffusa del servizio; gli anziani vorrebbero una farmacia punto di riferimento globale per la salute e di snodo per ottenere informazioni “su chi fa che cosa” e sui possibili referenti sul territorio per ottenere servizi e prestazioni sanitarie.

Per svolgere adeguatamente questa funzione ampliata di riferimento informativo territoriale alcuni anziani propongono l’allargamento dell’orario di apertura delle farmacie e una loro maggiore disponibilità nei giorni di festa e durante le vacanze. Prevale dunque la convinzione che le farmacie debbano investire nella loro funzione di avamposto sanitario sul territorio (anche a discapito della dimensione puramente commerciale) enfatizzando la dimensione di front office del SSN, pur mantenendo un forte collegamento con la propria funzione fondamentale di distribuzione e di controllo in campo farmaceutico.

P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO.    

Roma 09/06/2010

Autore: Redazione FNOMCeO

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