Report: le nuove dipendenze

Report n. 59/2010    

LE NUOVE DIPENDENZE

La rivista “Difesa Sociale” dello IAS (Istituto per gli Affari Sociali) ha riproposto recentemente il tema attualissimo delle “nuove dipendenze” (new addiction), argomento da alcuni anni oggetto di studi scientifici soprattutto a livello internazionale.

Abituati, da sempre, a considerare le classiche dipendenze dall’uso continuato e abitudinario di sostanze come alcol e droghe che determinano una reazione chimica nel corpo umano, abbiamo trascurato di considerare quelle dipendenze, forse meno apparenti, che causano cambiamenti persistenti nelle strutture e nelle funzioni mentali. L’acquisto, il gioco, l’utilizzo di internet o dei video giochi che normalmente rappresentano attività routinarie possono trasformarsi in comportamenti “compulsivi” che per alcuni possono evolvere in patologie che influiscono negativamente sulla salute e la qualità della vita.

Questi comportamenti compulsivi incontrollati fanno spesso perdere il controllo della situazione per cui si diviene incapaci di limitare l’attività senza l’aiuto esterno con gravi ripercussioni sulla salute,sui rapporti famigliari, sociali, lavorativi ed economici. La massima aspirazione della persona dipendente è la ricerca del piacere che può assumere diverse forme da individuo a individuo (shopping, cibo, gioco, sesso, utilizzo di sostanze chimiche) per cancellare, il più rapidamente possibile, ogni sentimento di rabbia, colpa, frustrazione che possa far vivere una condizione di disagio psichico.

Gli esperti parlano di malattie emblematiche della postmodernità “espressione di un disagio psichico profondo e di un malessere culturale vasto e pervasivo”. L’etica dei consumi e l’innovazione tecnologica sono alla base di queste nuove forme di dipendenza senza droghe che alimentano il possesso del superfluo e la corsa sfrenata alle tecnologie sempre più avanzate e sofisticate.

Anche il gioco d’azzardo costituisce un tema caldo che ha indotto il legislatore ad intervenire. Si stima che nel nostro Paese su 45 milioni di italiani tra i 18 e gli 80 anni, 8 milioni giochino ad un solo gioco e 24 milioni a più di un gioco (Eurispes 2000). La cura di tali patologie è effettuata dai Servizi Tossicodipendenze delle ASL anche se in modo non ancora omogeneo.

Esistono poi Centri di cura e realtà privati come la “Giocatori anonimi” associazione gratuita basata sul volontariato.
Il legislatore è intervenuto per impedire la proliferazione dei luoghi in cui possa “esercitarsi” la dipendenza. Ma la nuova frontiera del gioco e del gioco d’azzardo è Internet attraverso cui si accede senza neppure uscire di casa, con il prevalere crescente dei giochi che possono essere praticati in solitudine, sempre più diffusi tra gli adolescenti come slot-machines e video poker a forte potenziale additivo.

Il confine tra uso e utilizzo eccessivo è distorto e sottile e per alcuni soggetti di età compresa tra i 15 e i 40 anni, il rischio di sconfinare dall’uso all’abuso e quindi alla dipendenza è alto.

Il termine IAD (Internet Addiction Disorder) coniato nel 1996 da Goldelberg indica un interesse ossessivo per chat, e-mail, ricerca di informazioni, sesso virtuale videogiochi e giochi di ruolo che, come le altre forme di dipendenza, può provocare problemi relazionali, sociali, famigliari, prestazionali, economici e lavorativi, oltre a sintomi legati alla astinenza.

Un problema sociale che necessita di forme di prevenzione strutturale che richiedono la presenza di tecnici ma anche e soprattutto di poltici impegnati nel creare e promuovere una “cultura dell’essere” invece dell’accettazione passiva di una pervasiva e sterile “cultura dell’immagine”.

P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO.

Roma 14/06/2010

Autore: Redazione FNOMCeO

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