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Una Rete sovraregionale delle competenze: la proposta di Anelli (Fnomceo) per calmierare gli effetti della mobilità sanitaria

L’intervento durante la presentazione del volume “Viaggi con la speranza”, frutto di una ricerca promossa dalle Acli e dal Forum delle Associazioni familiari 


Poco meno di un milione: sono 937mila gli italiani che, in un anno, e precisamente nel 2017, hanno compiuto un “viaggio della speranza”, per curarsi fuori dalla regione di residenza.  4,3 miliardi di euro il valore delle prestazioni mediche erogate.

Sono questi alcuni dei dati emersi questa mattina durante la presentazione del volume “Viaggi con la speranza. Storie di famiglie colpite dalla malattia di un figlio (Primo Rapporto sull’emigrazione sanitaria in Italia), a cura di Cristiano Caltabiano, in uscita a giugno. Frutto di una ricerca qualitativa realizzata dall’Istituto di Ricerche Educative e Formative (e promossa dalle Acli Nazionali, dal Forum delle Associazioni Familiari e dalla Società mutua Mba), il libro racconta le storie di madri e padri giunti a Roma, in prevalenza dal Mezzogiorno, per salvare la vita dei propri figli.

Questi genitori coraggiosi sono i Santi moderni, della nostra epoca – ha affermato il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, intervenendo al webinar -. Le loro storie si intrecciano con i costi umani e sociali che la mobilità sanitaria porta con sé: costi umani, in termini di disagio, di difficoltà sul lavoro, di equilibri familiari, psicologici; e sociali, dovuti ai posti di lavoro persi e all’impoverimento delle famiglie per affrontare i viaggi e le terapie”.

La mobilità sanitaria è un meccanismo iniquo che, finanziando alcuni servizi sanitari regionali a discapito di altri, genera disuguaglianze – ha continuato –. È figlia di quella concezione aziendalistica della sanità che, riducendo tutto al mero costo, schiaccia la dignità della persona, l’accoglienza, la solidarietà, la compassione”.

I centri di eccellenza, in Italia, sono polarizzati in alcune regioni, in prevalenza del Centro Nord – ha spiegato -. Questo crea una lesione del diritto all’uguaglianza dei cittadini, che meriterebbe un risarcimento per chi è costretto a spostarsi: da qui l’idea di destinare parte del Recovery ad un fondo per colmare le disuguaglianze”.

Ma non finiscono qui le proposte del Presidente Fnomceo. La seconda è quella di dare un ruolo forte al Ministro della Salute, investendolo del ruolo di Garante delle uguaglianze.

Infine, necessaria, per Anelli, una riorganizzazione dei servizi, una sorta di “Rete sovraregionale delle competenze” per cui, a spostarsi, sarebbero i professionisti, gli specialisti con le equipe, e non i cittadini.

Occorre importare le competenze laddove servono – ha concluso – per garantire a tutti i cittadini, ovunque risiedano, il diritto alla Salute”.  

 Ufficio Stampa Fnomceo
informazione@fnomceo.it
11 febbraio 2021

Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO

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