È stato elaborato un programma di prevenzione specifico per le aggressioni? Se sì, in quale percentuale è stato applicato? Sono stati fatti accordi con Forze dell’Ordine pubblico o altri soggetti (Polizia, Comune, Polizia Municipale/Provinciale, Prefettura ecc.) in grado di fornire un supporto per identificare le strategie atte ad eliminare o attenuare la violenza nei servizi sanitari? Negli ultimi dodici mesi, sulla base della Vostra esperienza, su quali strutture e quali figure professionali si sono concentrati maggiormente gli atti di violenza?
Sono alcune delle domande del questionario che Federsanità ANCI somministrerà a tutte le Aziende sanitarie e ospedaliere associate. Obiettivo: monitorare, a dieci anni dall’emanazione, l’attuazione della raccomandazione del Ministero della Salute n° 8 del novembre 2007, sulla prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari. Ma anche raccogliere e condividere tutti quegli accorgimenti innovativi adottati che possano costituire preziosi suggerimenti per altre Aziende sanitarie al fine di creare un Vademecum agile ed efficace per le direzioni strategiche.
“L’idea di sottoporre un questionario è nata durante l’incontro con la presidente di Federsanità Anci, Tiziana Frittelli, avvenuto qui nella sede Fnomceo la scorsa settimana – spiega il Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli -. Già il Tavolo permanente di confronto tra la Fnomceo e i Sindacati Medici, e ancor prima l’Osservatorio ministeriale permanente sulla violenza verso gli operatori sanitari, avevano fatto rilevare come sia la Legge 81, sulla Sicurezza sul lavoro, sia la raccomandazione n° 8 del 2007 siano applicate in maniera discontinua sul territorio e con macroscopiche differenze anche tra Asl e Asl. Da qui l’esigenza di un monitoraggio su larga scala, per vedere se le Raccomandazioni siano ancora attuali ed efficaci o debbano essere aggiornate”.
“Alcune aziende sanitarie hanno adottato di propria iniziativa accorgimenti che hanno reso le sedi veramente sicure e a prova di aggressione, spesso in collaborazione con gli Enti Locali e le forze dell’Ordine – continua Tiziana Frittelli, presidente di Federsanità ANCI -. Per questo abbiamo pensato di censirli ed elaborare con un gruppo di lavoro ad hoc un Vademecum di indicazioni concrete da mettere a disposizione di tutte le Aziende. Inoltre, in questa raccolta di informazioni e indicazioni, abbiamo pensato di coinvolgere la catena del rischio delle Aziende sanitarie, dai Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione ai Risk manager, perché siamo convinti che spesso le ragioni di alcune situazioni, e le loro possibili soluzioni, siano connesse tra loro”.
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Autore: Redazione