Si è svolto sabato 12 novembre 2022 nella Sala Convegni dell’OMCeO di Fermo, il convegno MEDICINA di GENERE con il patrocinio della FNOMCeO, del Comune, della Provincia di Fermo e di ASUR (Azienda Sanitaria Unica Regionale delle Marche Area Vasta n 4).
Anna Maria Calcagni, nel presentare il corso ha detto: “La MdG per questo Ordine è un argomento nuovo ma realizzeremo presto, in rete con altri ordini, studi e pratiche sulla MdG perché colleghi di diversi settori, imparino ad osservare e curare con attenzione di genere. Dopo la fase pandemica, che ha segnato medici e popolazione tutta, vogliamo trasmettere il desiderio di avere visioni e ripartire tutti riprendendo entusiasmo per la vita.”
Il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, ha ringraziato l’OMCeO sempre attivo nelle iniziative di sensibilizzazione verso l’intera cittadinanza, tanto da aver spinto l’amministrazione comunale ad attuare collaborazione virtuose, inserendo nelle sue attività incontri e campagne di prevenzione.
Roberta Chersevani ha ricordato come la medicina di genere, si fondi come legge su un solo articolo inserito nella legge sul riordino delle professioni sanitarie e sulla sperimentazione clinica di medicinali, dopo lungo iter parlamentare.
Elena Ortona ha presentato la Medicina di Genere, obiettivo strategico della sanità pubblica, fra norme legislative e Istituzioni di riferimento
Lo stato di salute e di malattia sono influenzati da aspetti biologici legati al sesso e da fattori che dipendono dall’ambiente e dallo stile di vita legati al genere. La MdG vuole garantire ad ogni persona la migliore cura possibile, rafforzando i concetti di centralità del paziente e personalizzazione delle terapie. Per migliorare appropriatezza ed equità degli interventi di prevenzione, diagnosi e cura presso l’ISS è stato creato un Osservatorio dedicato alla medicina di genere con sei gruppi di lavoro (percorsi clinici, ricerca e innovazione, formazione universitaria e aggiornamento del personale sanitario, comunicazione e informazione, farmacologia di genere, diseguaglianze di salute legate al genere). L’impegno delle istituzioni è fondamentale perché la pratica della MdG si diffonda.
Teresita Mazzei nel suo intervento sulla Farmacologia Genere-specifica ha ricordato che le donne assumono molti farmaci in quantità maggiore rispetto agli uomini, forse perché le donne vanno maggiormente dal medico sia per sé sia per la famiglia. Forse perché le donne hanno la necessità di guarire in fretta, avendo un carico familiare da accudire.
Le donne rispondono in maniera diversa rispetto all’uomo ai farmaci per differenze fisiologiche, anatomiche e ormonali. Vi è un profilo farmacocinetico diverso fra uomini e donne per assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione dei farmaci.
Le reazioni avverse a farmaci (ADRs) si verificano più frequentemente nelle donne, l’uomo è più fragile nelle infezioni batterica e virali. Abbiamo ancora un lungo percorso per arrivare a linee guida genere-specifiche e a cambiamenti posologici.
Carolina De Vincenzo ha ricordato come nell’OMCeO di Campobasso si sia partiti già nel 2016 con un percorso di alfabetizzazione di genere, per poi affrontare tematiche più specialistiche.
Cecilia Politi ha spiegato quanto sia fragile il cuore delle donne.
In Italia una donna su due muore di malattia cardiovascolare. Lo Scompenso Cardiaco, la Fibrillazione Atriale e la Malattia Coronarica sono le principali responsabili di questa mortalità. Tutte e tre queste patologie colpiscono le donne in maniera altrettanto significativa degli uomini, ma presentano differenze nella fisiopatologia, nella sintomatologia, nel quadro clinico, nonché nelle opzioni terapeutiche disponibili e più adatte a ciascun genere. Solo la conoscenza di queste differenze può evitare la sottostima del rischio, la mancata diagnosi o il suo differimento e quindi un inevitabile ritardo nella tempistica terapeutica ritenuta ottimale e anche il sottotrattamento. Tutti questi elementi accanto alla mancata percezione del rischio cardiovascolare nella donna, condizionano la sopravvivenza e la qualità della vita in una popolazione come quella femminile considerata erroneamente “protetta” dalle malattie vascolari.
Anna Ruggieri ha presentato le differenze di genere nel COVID.
Le donne sviluppano risposte immunitarie, sia innate sia adattative, verso gli antigeni virali più intense rispetto al sesso maschile. Anche con il Covid gli uomini hanno mostrato una ritardata attivazione della risposta innata antivirale rispetto alle donne, e il sesso femminile ha attivato una risposta antinfiammatoria più precoce. Nel Covid la linfopenia e l’elevato apporto neutrofili/linfociti, più frequenti negli uomini rispetto alle donne, sono associati a un esito peggiore.
Dai nostri dati – dice Ruggieri – emerge che il sesso è una variabile biologica capace di influenzare la scelta di appropriati biomarcatori di progressione della malattia Covid -19.
Vi è la necessità di personalizzare in base al sesso l’assistenza dei pazienti Covid -19 dal momento del ricovero in ospedale. È necessario ottimizzare i programmi di sorveglianza sanitaria tenendo conto delle differenze di sesso nel Covid anche per la fase vaccinale e per la valutazione dei titoli anticorpali. L’analisi della risposta anticorpale al vaccino Covid 19, disaggregata in base al sesso, fornirà informazioni utili per ottimizzare i programmi di sorveglianza sanitaria.
Laura Bonanni ha affrontato il tema Neurologia e Genere mostrando dati epidemiologici:
la malattia di Alzheimer è due volte più frequente nelle donne rispetto agli uomini, l’ictus cerebrale ischemico ha prognosi peggiore nelle donne, la demenza a corpi di Lew e la sclerosi laterale amiotrofica è più frequente nei maschi. I fattori di rischio cerebrovascolari sono ancora una volta: ipertensione dislipidemia e diabete. L’ictus nelle donne – dice Laura Bonanni – è un problema di salute pubblica riconosciuto a livello mondiale. Spesso le donne sottovalutano problematiche, e pensano che il dolore faccia parte della normalità. Ancora oggi abbiamo per le donne, più anziane quando si affacciano alla patologia, e con maggiori comorbidità, delle differenze di accesso al percorso ictus, con un ritardo nella gestione dello stroke. Sono quindi necessari nuovi dati e cambiamento di pratiche.
Annarita Frullini ha evidenziato come nella Legge Istitutiva del 2018 e nel Decreto attuativo del 2019 si parli “di un approccio interdisciplinare tra le diverse aree mediche e le scienze umane “.
Quindi Salute e Medicina di Genere, ossimoro, fra competenze scientifiche e umanistiche, con diversi saperi e diverse pratiche, declinate nei contesti ambientali, urbanistici ed economici. Quasi immediato anche il pensare alle Medical Humanities, da decenni sviluppate nei nostri Ordini con diverse forme: dalla scrittura alla musica, dalle arti figurative alla fotografia, dal teatro al cinema. Vale la pena di riprendere la solida esperienza stratificata negli Ordini in questi campi ricordando di usare un linguaggio comprensibile. Perché come spiegò Marco Masoni a Siena nel 2017 “la capacità di comprensione di un documento da parte di un individuo è 2-3 gradi inferiore al grado di istruzione.” La MdG può essere variabile in tutti i campi: anche nell’Intelligenza Artificiale, sostenuta da algoritmi che debbono aver presente il genere nella loro costruzione. L’IA può essere partecipata sia da chi la usa sia da chi la crea, tenendo in mente l’algoretica (algor + etica), valori, principi e norme in un concetto coniato da Paolo Benanti per evitare, nelle macchine, la sola logica binarie del sì e del no. Frullini ha proposto: “Ritorniamo a una medicina che sia arte e scienza, meglio ancora a una medicina di genere declinata in tutti i saperi. E che veda una partecipazione creativa di operatori e fruitori nella costruzione della salute.”
Simona Piergallini ha concluso il convegno. “Oggi abbiamo visto come possiamo migliorare la pratica nei nostri studi, e come la conoscenza della MdG possa aiutarci in un confronto interdisciplinare. Ci lasciamo all’inizio di un cammino verso una maggiore equità, uguaglianza ed appropriatezza dei mezzi diagnostici e terapeutici.”
Il ciclo di incontri realizzato dal “Centro della Formazione della MdG dell’OMCeO di Rimini” sulla “Medicina di Genere e come il genere influenza le tappe della nostra vita” è stato concluso da Marina Piazza sociologa e saggista.
“Mi piace pensare che la medicina di genere analizzi la relazione tra uomini e donne oltre che le loro caratteristiche.
Parlerò di stereotipi, quelle semplificazioni e generalizzazioni, che pur partendo da una base di realtà, annullano ogni variabilità individuale e colpiscono le donne in particolare.
Nel passaggio alla seconda metà della vita, il corpo assume importanza e il “tempo nel corpo” irrompe nella vita con un senso di urgenza. È necessario darsi un “visto di transito” per accettare il cambiamento, e incorporarlo nella propria biografia.
Nel passaggio alla vecchiaia troviamo un quarto della popolazione femminile: 7 milioni di donne, oltre i 65 anni con una speranza di vita in buona salute di soli 10 anni rispetto ai 22 anni di vita, che in quasi la metà dei casi vivono sole, con meno di 1000 euro al mese.
Durante la pandemia il Rapporto ONU del 2021 ha presentato il termine di “ageismo”, in assonanza con razzismo e sessismo, per indicare tutte le discriminazioni legate all’età. Pensate al linguaggio, infantilizzato e paternalistico, usato nelle case di riposo che tende a ridurre a oggetti le persone anziane.
Mai come ora abbiamo capito l’importanza del corpo. E della cura. La cura contro l’epoca dell’incuria, dell’indifferenza. Bisogna concentrarsi sul prendersi cura di noi, dell’altro, dell’ambiente. Vorrei suggerire a chi cura di affinare lo sguardo e privilegiare un atteggiamento di attenzione all’ascolto.
Le donne possono forse più degli uomini insegnare qualcosa perché hanno l’esperienza della condivisione, della riflessione su di sé e con altre. Uomini e donne, possono vivere un invecchiamento creativo, e mantenere curiosità, apertura, ironia e il perdurare dell’amore per la vita.”
Marina Piazza era già stata in un Convegno OMCeO, nel 2003 a Pescara, con la presenza di Giuseppe Del Barone, allora Presidente FNOMCeO per presentare il volume La mente, il cuore, le braccia e… guida alla salute delle donne, scritto per ridurre le diseguaglianze di genere.
Il convegno di Rimini è stato aperto da Maurizio Grossi Presidente OMCeO Rimini e dalla Coordinatrice del Centro di Formazione MDG Loreley Bianconi.
Elena Ortona ha presentato la relazione: Il sesso come modificatore della biologia e della malattia. Concludendo ha proposto una nuova ri-definizione del ruolo della medicina di genere nella promozione della salute: combattere la diseguaglianza e raggiungere l’equità nella prevenzione, nella diagnostica, nell’appropriatezza delle cure per andare verso una medicina personalizzata, più aderente alle specifiche necessità di ciascuno e quindi più efficace ed economica
La bio-patologia dell’invecchiamento fra Epigenetica e genere è stato presentata da Paolo Garagnani e Laura Baffoni che hanno evidenziato come i profili di metilazione, che sono alla base dell’epigenetica, differiscono tra uomo e donna anche in funzione dell’età. Teresita Mazzei nella sua presentazione sulla Farmacologia di genere ha sottolineato come nonostante le differenze sessuali già evidenziate nei trattamenti oncologici la ricerca farmacologica, sia preclinica che clinica, risulti ancora carente e non si stia traducendo in linee guida genere-specifiche.
Magistrali le relazioni degli esperti locali. Stefano De Carolis, esperto anche di Storia della Medicina, ha affrontato il tema Genere e disabilità: il ruolo del caregiver nella popolazione che invecchia. Ha sostenuto che prendersi cura dei caregiver sia una priorità per la società e per la sostenibilità dei sistemi sanitari, soprattutto dopo l’impatto che la pandemia ha avuto su gruppi vulnerabili come gli anziani e i caregiver. Perché ricordiamolo la pandemia di COVID-19 ha contribuito a ulteriori sfide per i caregiver familiari per confinamento domiciliare, quarantena, isolamento sociale, difficoltà di accesso ai servizi sanitari e l’interruzione dei servizi di supporto sociale. Questi fattori hanno diminuito la capacità funzionale delle persone disabili e hanno aumentato il carico e la complessità della loro assistenza quotidiana, con un impatto negativo sulla salute e sulla qualità della vita dei caregiver.
Fabio Santarini, psichiatra, ha parlato di Differenze di genere nei disturbi dell’umore. Ha ricordato come psichiatri, medici di base e geriatri siano gli unici medici rimasti a vedere il paziente nella sua interezza. “I sintomi della depressione nell’anziano vanno spesso annusati, letti tra le pieghe di una frase o di un comportamento e di uno sguardo in quanto quasi mai sono espressi.” L’invecchiamento ha a che fare non solo con la biologia, ma con l’immagine di sé, con il modo in cui siamo capaci di adattarci ai cambiamenti. L’invecchiamento è progressivo allontanamento dalla memoria condivisa, è il rimanere unici “depositari della memoria di un mondo passato, il sentirsi ancora parte del mondo pur essendo il nostro mondo già oltre la barriera del tempo”.
La donna, apparentemente più spesso depressa dell’uomo, ha una maggiore capacità di adattamento e di resilienza al cambiamento che la conduce non solo a gestire spesso meglio la terza e la quarta età, ma anche a chiedere aiuto quando soggettivamente in difficoltà ammettendo la stessa. La depressione maschile è più diffusa e nascosta.
La cura nell’Oncologia di precisione non può prescindere da un’ottica di genere a partire da strategie multidisciplinari per ricerca, prevenzione e terapia.
È stato realizzato a Crema il convegno “La Cura, la Bellezza e il genere” dalla sezione locale AIDM, con la responsabilità scientifica di Antonia Carlino.
Si è proposta l’attenzione alla Bellezza (Bellezza esterna intesa come “stupore che cattura”, e Bellezza interna) per ottenere efficacia della Cura, a fronte della fragilità e vulnerabilità del paziente oncologico e riportare la Medicina alla mission di Salute e Salvezza, Arte scientifica e Arte della Guarigione.
L’argomento proposto è stato accolto con entusiasmo, e i saluti introduttivi di Ida Ramponi Direttrice Generale Asst Crema, Gianfranco Lima Presidente OMCeO di Cremona e Marco Agosti vp OMCeO sono diventati interessanti relazioni che lasciano ipotizzare un prosieguo dei lavori.
Forte è la volontà di rinascita, ha detto Antonia Carlino nel dare il via alle relazioni, dopo la grande sofferenza di mesi di pandemia così violenta in Lombardia che vogliamo proporre orizzonti larghi dove insieme “malato e medico combattano la malattia” come diceva Ippocrate.
La Presidente nazionale AIDM Antonella Vezzani ha illustrato dati sull’attenzione alla cura messa in essere da uomini e donne.
Luciana Bovone segretaria nazionale AIDM ha presentato oltre i fondamenti della dieta mediterranea e “pianeterranea” anche gli elementi necessari per la protezione cellulare e la difesa antiossidante.
Teresita Mazzei nella sua Lectio Magistralis ha illustrato il diverso consumo di farmaci antineoplastici e immunomodulatori. Ha sottolineato la necessità, soprattutto per il cancro del colon-retto, ulteriori ricerche e interventi per migliorare gli approcci di prevenzione, diagnosi e trattamento farmacologico in base al sesso.
Di grande interesse gli interventi volti a definire Prevenzione e Predittività fra screening oncologici, test genomici e conciliazioni salute lavoro svolti da Emanuela Anghinoni, Clara Bianchessi e Loretta Pergola.
MariaRosa Strada, oncologa, ha sottolineato quanto sia essenziale, oltre le tecniche diagnostiche e i farmaci innovativi, lavorare sui livelli di comunicazione e le terapie di supporto, perché si possa accettare, con la bellezza dell’imperfezione, una normalità rigenerata.
Umberto Borellini, docente di cosmetologia, ha parlato di Cosmetica: Tu Chiamale, se vuoi, emulsioni, illustrando il mondo dei cosmetici, la loro sicurezza e la nomenclatura europea per l’etichettatura – INCI – dove si trovano descritti ingredienti in inglese e in latino, in ordine decrescente di concentrazione, e al di sotto dell’1% di concentrazione indicati in ordine sparso. Borellini ha sottolineato la qualità dell’industria italiana e la necessità di educare i consumatori con concetti “cosm-etici” per accrescere il rispetto per la natura e per l’ambiente che ci circonda.
Cesare Alpini, storico dell’arte, ha illustrato Bellezza che cura nell’Arte a Crema portandoci idealmente nella basilica rinascimentale di Santa Maria della Croce, posta a un chilometro dal centro storico di Crema, nel luogo che fu teatro alla fine del 1400 del femminicidio di Caterina degli Uberti da parte del marito. La chiesa è dedicata alla maternità della Madonna e alla sua capacità di nutrire tutti.
Annarita Frullini ha parlato di Neuroestetica, la scienza che teorizza e spiega i meccanismi cerebrali alla base di produzione e fruizione delle opere d’arte, della comprensione del Bello e delle Emozioni da esso generate, presentando nelle province di Chieti e Pescara, la nascita del Centro Studi Strategie di Genere, associazione del Terzo Settore, con lo scopo di sviluppare l’approccio interdisciplinare tra le diverse aree mediche e le scienze umane per diffondere salute e medicina di genere, attraverso interazioni fra territorio e mondo accademico con la capacità di accogliere l’apporto di diversi generi e generazioni.
I lavori si sono conclusi con la presentazione del progetto AIDM Crema 2023 sulla Musica e poesia in ospedale.
In allegato l’ultimo numero della Newsletter sulla Medicina di Genere, ideata e sviluppata dal Centro di Riferimento per la Medicina di Genere-Istituto Superiore di Sanità, dal Gruppo Italiano Salute e Genere (GISeG) e dal Centro Studi Nazionale su Salute e Medicina di Genere.
Si è svolta a Portici la quinta giornata di Farmacia Narrativa, ideate dalla responsabile scientifica Daniela Scala.
L’evento patrocinato dalla SIMeN Società Italiana di Medicina Narrativa e dalla SIFO Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici in questa edizione, tingendosi di “genere”, ha esplorato alcuni aspetti del Piano per l’applicazione e la diffusione della MdG, confrontandosi con medici e altre professionisti del sistema sanitario.
Nelle edizioni precedenti si era già mostrata l’utilità della Farmacia Narrativa come approccio completo e trasversale della professione e delle relazioni di cura.
In particolare Maria Ernestina Faggiano ha sottolineato come dall’ascolto differenziato dei bisogni e del vissuto si crei vantaggio per il Farmacista Ospedaliero e dei servizi territoriali che espleta una professione complessa, con il contatto costante con differenti professionisti e tanti pazienti.
Ha aperto il convegno Annarita Frullini parlando di Medicina di Genere e Medicina Narrativa, un binomio che in futuro avrà sempre maggiore valenza poiché la Medicina di Genere prevede un approccio interdisciplinare fra le diverse aree mediche e le scienze umane. Medicina di Genere e Medicina Narrativa inoltre sono trasversali a tutte le discipline e a tutte le competenze professionali. Le pratiche narrative possono essere fondamentali nella didattica e nella percezione delle differenze di genere.
Maria Gabriella De Silvio Vice-Presidente GISeG ha illustrato l’obiettivo della Comunicazione e Informazione nel piano attuativo nazionale della Medicina di Genere.
Promuovere la conoscenza della Medicina di Genere presso tutti gli operatori della sanità e la popolazione generale, coinvolgendo il mondo del giornalismo e dei media è un obiettivo fondamentale. Ugualmente importanti sono i PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) per ogni patologia, percorsi che dovranno essere sviluppati con la sinergia delle professioni della salute, integrando sia la pluralità degli interventi sia una valutazione multidimensionale.
Amelia Filippelli ha parlato di come costruire un Ambulatorio di genere multidisciplinare, per la promozione e il sostegno della salute di genere e per l’ Appropriatezza terapeutica nelle persone transgender, facendo riferimento al documento dell’ISS del giugno 2022.
Maria Ludovica Genna ha illustrato il complesso glossario LGBTQ+ riferito a persone che si identificano come Lesbiche, Gay, Bisessuali, Trans, Queer. Il “+” finale include anche le persone che, pur non identificandosi in una di queste categorie, non si sentono eterosessuali o cisgender.
Fiorenzo Santoleri farmacista ha illustrato le dimensioni dell’aderenza terapeutica tanto influenzate dal genere. Le donne hanno una maggiore probabilità di interrompere il farmaco e minore probabilità di aderire ai farmaci prescritti perché sperimentano una maggiore incidenza di eventi avversi. Santoleri ha concluso ricordando come il primo passo sia quello di scoprire la non aderenza terapeutica. Massimizzare l’aderenza ai farmaci sarà la nuova frontiera del miglioramento della qualità della cura.
La farmacovigilanza di genere presentata da Pasquale Cananzi ha mostrato i dati della farmacovigilanza di genere, raccolti negli anni da Flavia Franconi e Teresita Mazzei. La farmacovigilanza ha confermato che le donne hanno da 1,5 a 1,7 volte in più la probabilità di sviluppare effetti collaterali avversi rispetto agli uomini e e presentano per questo maggiori ospedalizzazioni.
La definizione del rapporto beneficio/rischio di un farmaco è un processo permanente che richiede ampia collaborazione fra molti soggetti e la segnalazione spontanea ha vantaggi e limiti.
Il convegno è stato concluso dalla partecipata descrizione della malattia e del proprio stato da parte di pazienti che si sono raccontati introdotti da Francesco Manguso.
Questo incontro fra farmacisti e medici e altri operatori della salute ha mostrato come si possa approfondire le differenze di genere a partire da competenze diverse e come si possa farlo tenendo conto della potenza della narrazione nella creazione di salute.
“La Notte europea dei Ricercatori” si svolgerà Venerdì 30 settembre 2022, dalle ore 15.00 fino a notte inoltrata, presso il Campus Universitario dell’Università di Chieti.
Nella notte universitaria più lunga dell’anno, sarà il mondo accademico della “D’Annunzio” di Chieti-Pescara a mostrare quello che i dipartimenti universitari realizzano e a interagire con studenti, scolaresche e l’intera comunità del territorio per continuare a “fare sistema”.
Dopo il tema dell’edizione 2021 “Ricercare la bellezza” in questa edizione 2022 ci si confronterà su “Il sapere che include”.
Nell’ambito della manifestazione si terrà la mostra fotografica “Neuroestetica”, alla sua prima edizione: il tema è stato scelto dall’associazione “Centro Studi Strategie di Genere” in collaborazione con il CAST (Center for Advanced Studies and Technology). La mostra è parte di iniziative che comprendono anche una tavola rotonda e un recital.
L’evento, curato da Luciano D’Angelo e con il coordinamento scientifico di Laura Bonanni e Annarita Frullini, si terrà il 30 settembre a partire dalle 15:00, al campus universitario di Chieti.
È possibile inviare le proprie opere entro il 15 settembre 2022.
In allegato il regolamento.
In allegato l’ultimo numero della Newsletter sulla Medicina di Genere, ideata e sviluppata dal Centro di Riferimento per la Medicina di Genere-Istituto Superiore di Sanità, dal Gruppo Italiano Salute e Genere (GISeG) e dal Centro Studi Nazionale su Salute e Medicina di Genere.
Il Centro di Formazione Medicina di Genere dell’OMCeO Rimini organizza il convegno “Medicina di Genere e… come il genere influenza le tappe della nostra vita”, con il patrocinio FNOMCeO.
Quest’anno il tema centrale della formazione è stato “come il genere influenza le tappe della nostra vita”: un tema affrontato in maniera pluridimensionale, chiedendo l’intervento di diversi medici specialisti, ma anche psicologi e biologi.
Sono previsti due appuntamenti: nel primo, Sabato 14 maggio 2022, sarà presa in considerazione la fascia di età compresa fra 0 e 18 anni, per colmare il gap di conoscenze in pediatria di genere sia nello sviluppo psico-fisico e sessuale sia nelle patologie.
Il secondo appuntamento è fissato per il 24 settembre 2022.
Ulteriori informazioni a questo link.
In allegato l’ultimo numero della Newsletter sulla Medicina di Genere, ideata e sviluppata dal Centro di Riferimento per la Medicina di Genere-Istituto Superiore di Sanità, dal Gruppo Italiano Salute e Genere (GISeG) e dal Centro Studi Nazionale su Salute e Medicina di Genere.
In allegato l’ultimo numero della Newsletter sulla Medicina di Genere, ideata e sviluppata dal Centro di Riferimento per la Medicina di Genere-Istituto Superiore di Sanità, dal Gruppo Italiano Salute e Genere (GISeG) e dal Centro Studi Nazionale su Salute e Medicina di Genere.